L’importanza della preparazione atletica nel padel

Riccardo Piras, strength coach al Villa Pamphili Padel Club, ci ha parlato dell’importanza della preparazione atletica nel padel non solo per i professionisti ma anche a livello amatoriale.

Quanto è importante la preparazione atletica Nel Padel, anche e soprattutto a livello amatoriale.

La preparazione fisico-atletica negli sport ha da sempre rivestito un grande ruolo nella formazione degli atleti su tutti i livelli. Nel padel l’allenamento tecnico, tattico e l’allenamento fisico (ancor prima di quello atletico) devono in qualche modo coesistere per il miglioramento della prestazione in campo. L’uno non può e non deve mai in alcun modo escludere l’altro.

Ci sono sport che prevedono una preparazione fisica e atletica maggiore di quella tecnica o tattica e in generale sono tutti sport ciclici quelli che richiedono un massiccio utilizzo delle capacità energetiche del muscolo (es. atletica leggera, bici, nuoto ecc) e ci sono sport che, al contrario, prevedono maggiore tecnica rispetto a quella fisica (es. ginnastica ritmica, artistica, bowling, curling, golf ecc). Poi ci sono sport che prevedono tattica, tecnica e preparazione atletico-fisica quasi nella stessa misura (es. calcio, pallavolo, tennis, padel ecc). Ma mai troverai uno sport che prevede solo uno o solo l’altro elemento. Sono tutti dei requisiti necessari non solo al fine di una migliore prestazione ma anche al fine di ridurre al minimo la probabilità di incorrere a infortuni di alcun genere. A maggior ragione quando si parla di sport di situazione come può essere appunto questo sport.

Nel padel, soprattutto a livello amatoriale, l’importanza della preparazione fisica (quindi non atletica) diventa ancora più significativa e tangibile principalmente per il suo ruolo nella prevenzione dagli infortuni.

Una corretta preparazione fisica, ancor prima di quella atletica, è l’unica via affinché si possano ridurre al minimo le probabilità di incorrere a qualsivoglia lesione, infiammazione e in generale tutti quei problemi (piccoli o grandi che siano) correlati a uno scarso controllo, mobilità o elasticità muscolare e, soprattutto, da un ridotto tono muscolare.

Cosa si intende per “preparazione atletica” nel padel? Quali sono gli esercizi da fare. E si parla anche di palestra o è un qualcosa in più?

Intanto vorrei fare una piccola premessa. La preparazione fisica non è una preparazione atletica. Queste non sono la stessa cosa, nonostante in molti – anche professionisti del settore – spesso la confondono.

Un atleta, per definirsi completo deve possedere dei requisiti: fisico, atletico, intelligenza sul campo, equilibrio emotivo, tattica, tecnica, expertise, focus, ideale composizione corporea ecc. e, appunto, la preparazione fisica è un tassello fondamentale che deve andare a incastrarsi con le altre tessere.

Non esiste una preparazione atletica senza una preparazione fisica adeguata.

La preparazione atletica è il prodotto di un’ottima preparazione fisica svoltasi in palestra!

Se vi preparate solo con scaletta e cinesini i risultati che otterrete saranno mediocri.

In quanto state facendo una specie di preparazione atletica ma certamente non fisica. 

Ma udite udite, l’una non esclude l’altra!

L’allenamento deve necessariamente basarsi nel rispetto del modello atletico dello sport in questione mantenendo delle solide basi scientifiche, quindi aver chiaro tutti i processi metabolici che concorrono al miglioramento della risposta al carico a seguito di una corretta programmazione. Se vuoi essere veloce, rapido, agile in campo, alla base della piramide troviamo l’allenamento in palestra (ergo preparazione fisica in primis). 

Però vorrei sfatare questo mito. Spesso per allenamento in palestra si pensa a un allenamento fatto di alti carichi, tanti muscoli e fisico che non si muove perché appesantito dalla massa muscolare. Questo è vero se ci si allena sempre in ottica di bodybuilding.

Ma la preparazione fisica (indirizzata a uno sport) non deve mai e poi mai essere sviluppata seguendo la metodologia del bodybuilding (in generale non deve seguire nessuna metodologia se non quella del movimento funzionale). 

Erroneamente la gente, spesso, misura il grado di successo di un programma per lo sviluppo della forza in base al grado di ipertrofia ottenuto, ovvero in base a quanto uno è diventato grosso per intenderci. A parte le eccezioni come i lanciatori di peso o i pesi massimi del pugilato (così come di tutti gli sport da combattimento), del powerlifting, del weightlifting e in generale di tutti quegli sport dove la categoria di peso viene meno, aumentando il distacco tra forza relativa e assoluta per singola categoria, l’incremento continuo della massa muscolare non è un effetto desiderabile per la maggior parte degli atleti.

Gli atleti di sport di potenza e reattività come il padel (ma anche il basket, il calcio, la pallavolo ecc) dovrebbero fondare l’allenamento della forza sugli adattamenti del sistema nervoso. Questo implica l’uso di carichi da moderati (50%-70% del 1RM) ad intensi (superiori al 75% del 1RM) sviluppati su uno specifico volume di lavoro, intensità e densità, caratteristiche che poi ne determinano specifici adattamenti, anche neuronali. 

Adattamenti che quindi sono riscontrabili solo ed esclusivamente con l’utilizzo di sovraccarichi importanti, spostati velocemente e che consentono l’aumento della forza e della potenza, requisiti necessari per l’aumento della velocità di contrazione senza un aumento della massa muscolare.

Alcune pagine, siti consigliano una serie di routine da fare in palestra per tenersi in forma sempre in maniera mirata al padel. Pensi che sia il giusto approccio? Non pensi sia rischioso seguire certi allenamenti? Il rischio potrebbe essere che c’è gente che non è in grado e si può far male proprio nel fare preparazione.

In generale non consiglio mai di fidarsi delle pagine che offrono allenamenti standardizzati, uguali per tutti e – a loro dire – mirati a uno specifico obiettivo. L’allenamento è una risposta estremamente individuale al carico. A parità di allenamento ognuno risponde in maniera diversa e per chi ancora pensa, oggi, di poter ottenere dei benefici equiparabili a quelli di un Coello o un Tapia di turno semplicemente seguendo il loro allenamento beh… forse c’è da rivedere un attimo qualche concetto base di fisiologia applicata all’esercizio. E’ un po’ come se un ragazzo qualunque si mettesse a provare una ricetta dello chef stellato più famoso d’Italia. Magari seguirà nel dettaglio le procedure utilizzando i migliori ingredienti in circolazione ecc, ma il risultato finale sarà sicuramente diverso. Altrimenti saremmo tutti numeri uno. Invece no. 

L’allenamento dev’essere, quindi, quanto più personalizzato possibile soprattutto nella somministrazione dei carichi. 

Il mio consiglio è di non sottovalutare l’importanza di farsi seguire da un professionista, soprattutto se non avete nessuna intenzione di farvi male e soprattutto se avete voglia di mettervi in gioco seriamente al fine di migliorare le prestazioni in campo. L’allenamento viene costruito sulla base della materia prima che si utilizza. La programmazione, la periodizzazione, il lavoro a fasi alterne del carico, delle intensità e dei volumi, il lavoro in base ai metabolismi coinvolti e sulla rilevanza dei meccanismi fisiologici coinvolti in allenamento e in partita ecc. 

La preparazione atletica non può essere vittima di approssimazione. Non possiamo standardizzare un concetto dal significato così complesso con il rischio di renderlo banale.

La preparazione atletica non è banalità… è scienza.

Certo è sempre meglio fare qualcosa piuttosto che il nulla più totale. Per chi parte da zero un qualunque allenamento in palestra può comunque dare degli ottimi risultati. Ma più il livello si alza o più il problema da risolvere è complesso e più il nostro corpo richiede qualcosa di più personalizzato.

Il padel è uno sport giovane, almeno in Italia. Ma c’è già una letteratura di riferimento per quanto riguarda la preparazione atletica o è un adattamento a quella del tennis?

Nel panorama scientifico internazionale abbiamo tantissima letteratura che riguarda il calcio, l’allenamento in palestra, il basket, il nuoto, il tennis (poco), il rugby, l’atletica leggera, l’allenamento HIIT e altre attività  minori. Lo stato dell’arte purtroppo non ci dice nulla circa lo sport del padel. Non vi è nessuna ricerca scientifica che tratta questo sport e non vi è nessun libro (italiano o straniero) che tratta in maniera scientifica e affidabile l’allenamento fisico-atletico padel.

Personalmente sono abituato a rivolgermi, quando si tratta di studiare o di informarmi su una materia in particolare, a materiale didattico accademico, ricerche su pubmed ecc. Libri di autori esperti in quell’argomento (possibilmente PhD) o che possiedono una certa autorità in quel campo specifico. Per capirci, se ho bisogno di comprendere meglio i sistemi energetici che concorrono durante un certo tipo di allenamento o, per esempio, le risposte fisiologiche derivanti da un certo tipo di stimolo con un determinato carico è necessario sapersi rivolgere agli autori giusti, quindi dottori di ricerca, professionisti del settore ecc. 

Ma non per un discorso di “prepotenza” nei confronti di chi non è titolato ma semplicemente perché le persone che parlano senza averne le competenze, a mio parere, soprattutto nel mio campo sono davvero troppe.

In ogni caso a oggi, materiale che tratta di preparazione fisico-atletica nel padel non esiste.

Tant’è che quando scrissi la mia tesina sulla preparazione atletica del padel, per il 3° livello nazionale come preparatore atletico, dovetti applicarmi io in prima persona a sviluppare i contenuti utili. 

Diventò una tesi quasi sperimentale, sviluppata attorno alla preparazione di due atleti che seguo: Andrea Mignucci (16 anni) e Alessandro Tinti, focalizzandomi sulle differenze – legate all’età – che racchiudono i test somministrati, allenamenti e risultati ecc.

In Italia penso di esser stato il primo a sviluppare un contenuto simile.

Quali sono i rischi nel non fare alcun tipo di preparazione.

A livello amatoriale i rischi sono di danneggiare le articolazioni, i muscoli, i tendini ecc. E questo basta per farti comprendere l’importanza di cominciare un percorso di preparazione fisica. A livello atletico sicuramente il non fare alcun tipo di preparazione ne determina un calo della performance tale da non reggere i ritmi sempre crescenti nel panorama italiano.

Parte del problema nasce dal fatto che, chiaramente, la gente inizia a giocare a padel per divertirsi e difficilmente li vedrai contenersi durante il gioco.

Diventa una droga e chi l’ha provato lo sa.

Quindi giochi oggi, giochi domani, un giorno magari ne giochi 2, magari ti iscrivi a un torneo e in una sola giornata ne giochi anche più di 2, questo ‘troppo’ poi rischia di affaticare, infiammare, disidratare e magari lesionare le strutture più sollecitate.

Non sto qui ad elencarvi tutte le problematiche che vengono a crearsi a seguito di un eccesso di gioco ma vi assicuro che una preparazione fisica (anche base, semplice ma ben strutturata), vi salverà da ogni male.

Consigli di fare riscaldamento prima di ogni partita, anche tra amici? Quali sono i vantaggi?

Io consiglio sempre di fare un pò – non meno di 10 ma non più di 20 minuti – di warm-up prima di entrare in campo al di là della partita da giocare. Chiaro è che, a seconda del proprio trascorso come giocatore o sportivo, dovrai quanto meno dedicarti a riscaldare le strutture maggiormente sollecitate, soprattutto se sei un recidivo con certi infortuni.

Non è semplice spingere un giocatore a fare il warm-up prima di giocare o anche allenarsi, e non sempre riesco a convincere i miei allievi a farlo. Diciamo che, spesso, chi lo fa è perché ha, già in passato, avuto strappi o lesioni che, oggi, lo obbligano a riscaldarsi per non rischiare ulteriori problemi.

Questa fase di riscaldamento spesso viene sottostimata anche dagli atleti più forti, ma perché? Tutti la vivono come un qualcosa di superfluo. Un gran peccato se pensiamo a tutti i benefici che comporta, non solo in termini di prevenzione ma proprio in termini di prestazione.

Immaginate per un attimo due macchine che fanno una gara sui 500m, una esce dal garage e viene messa subito in pole position (mettiamo il caso sia una Ferrari), questa non fa nessun giro di prova e non scalda né il motore né le gomme. 

L’altra invece esce dal garage (mettiamo invece il caso che si tratti di una fantastica Panda 4×4), si fa i suoi bei giri di prova, il motore si scalda e le gomme prendono più aderenza con la pista. 

Chi avrà la meglio? La macchina fredda che accende il motore subito prima della gara o la macchina che fa i giri di riscaldamento e parte dal via che sta già viaggiando a 120 km/h ?

Puoi essere anche un Ferrari, ma da fermo non potrai mai vincere una Panda che sta già correndo.

Oltre che estremamente importante il riscaldamento è, a tutti gli effetti, parte integrante dell’allenamento ma, soprattutto, è parte della competizione. ⠀

In ambienti professionali e sportivi di élite, il Warm-up ha lo scopo di servire 4 fondamentali principi: attivazione mentale, attivazione fisica, prevenzione dagli infortuni e miglioramento della performance.

Il modello di Warm-up che personalmente utilizzo è stato sviluppato dal Dr. Ian Jeffreys e Mark Verstegen, comunemente utilizzato in tutti gli sport e atleti di alto livello. Ha come obiettivo la preparazione in tutti i suoi aspetti dell’atleta, sia dal punto di vista fisico che mentale (quindi neuro-muscolare): 

Spero ti sia chiaro che il Warm-up non è assolutamente da sottovalutare, ma anzi è necessario includerlo in ogni singola sessione di allenamento e soprattutto prima di ogni partita!

Quale è il tuo percorso e come sei arrivato a fare padel.

Mi sono laureato in scienze motorie nel 2014, nella fantastica Urbino. Un posto che ha tirato fuori una quantità importante di professionisti nell’ambito delle scienze e sicuro allora del padel non ne parlava nessuno (o quasi) e in Italia nessuno sapeva cosa fosse, o perlomeno io sicuro non ne avevo la minima idea.

Poi nel tempo le cose cambiano, si evolvono e il vento ha guidato la barca con la quale navigo dal 2014 mi ha fatto approdare, qualche anno più in là, nel fantastico mondo del padel. 

Da allora tutti i miei studi e lavori mi hanno reso il professionista che sono oggi.

Questo percorso mi ha permesso di dedicarmi sempre più alla mia passione, l’allenamento. Sia quello mio sia quello che somministro ai miei allievi.

Allenamento inteso come mezzo e non come fine, anello di congiunzione tra mente e corpo, tra benessere psico-fisico e prestazione atletica. 

Il circolo di Padel Villa Pamphili mi ha permesso di esprimere tutto questo, di creare una comunità nella comunità. Avere un seguito, un gruppo di pazzi furiosi  perlopiù (nel senso buono del termine) che si dedica nella preparazione fisico-atletica al 100%, perché dell’allenamento ne hanno capito l’importanza più profonda, perché sanno che senza non potrebbero mai permettersi di fare certe cose, di divertirsi in campo come vorrebbero, è qualcosa di fantastico.

Ho allievi over 40 e 50 che mi maledicono e mi ringraziano allo stesso tempo di aver intrapreso questo percorso, perché i piccoli acciacchi vengono a scemare, perché la preparazione fisica permette di competere con “pischelli” più giovani, perché la preparazione le permette di divertirsi senza rompersi. 

Avere un’ottima preparazione fisica e atletica alle spalle ti permette tutto questo. 

E sono super orgoglioso di far parte di questo fantastico team, fatto di persone che più che collaboratori sono diventati una famiglia.

Da quando sei al Villa Pamphili Padel Club hai notato una maggiore consapevolezza, non solo del circolo, ma anche della gente, vedendo i tuoi allenamenti, di quanto sia importante?

Diciamo che far avvicinare le persone alla preparazione atletica non è semplice, la maggior parte la vede come un obbligo, un pò come quando il paziente con la pressione un pò alta chiede al proprio medico di farsi somministrare qualche medicina quando basterebbe semplicemente un cambio delle abitudini alimentari e uno stile di vita più attivo, magari andando in palestra e facendo la giusta attività fisica. Poi ci sono i pochi che la preparazione atletica la fanno perché piace e, soprattutto, perché hanno la consapevolezza che senza non farebbero mai quel salto qualitativo che altrimenti non sarebbe possibile. 

Ora sto cercando di spingere il più possibile per sensibilizzare le persone a comprendere l’importanza di fare una corretta preparazione fisica (per prevenire e sviluppare) e una corretta preparazione atletica (per massimizzare l’allenamento eseguito in palestra).

Ma in certi ambienti, purtroppo, quando parli di preparazione fisica da fare in palestra la gente ti guarda ancora strano, soprattutto nel mondo del padel.

In Italia, come dici giustamente tu, il padel è uno sport ancora giovane e, finché i circoli e le varie realtà padelistiche non si muniscono di un preparatore atletico (laureato in S.M.), faccio fatica a credere che in Italia si possa fare quel salto di qualità tanto sperato e atteso.

Secondo te tutti i big italiani fanno preparazione atletica?

Sicuramente i top 10 fanno la preparazione atletica, ma in pochissimi fanno preparazione fisica e ancora meno persone vengono seguite da un professionista. Chiaramente in Spagna questo è impensabile, la preparazione fisico-atletica è presente su tutti i livelli e, vuoi per la presenza di questo sport da svariati anni prima di noi e vuoi anche per una concezione diversa di questo sport, loro sono comunque i numeri uno al mondo. 

Un po ‘come qui quando parliamo di tutti gli sport più o meno radicati (es. il calcio, il tennis, il Basket ecc). 

In ogni caso, tornando al discorso, big o non big che siano, ci sono troppi agonisti che non si fanno ancora seguire da un preparatore, ma solo perché il livello in Italia ti permette ancora di competere senza nessun impegno particolare. In italia esiste il gioco, la tecnica e, se possibile, la gente si risparmia sulla preparazione atletica.

Ma le cose si stanno evolvendo e non importa se tu sarai preparato o meno. 

Questo sport è destinato a crescere, quantitativamente (inteso come numero di giocatori di alto livello) ma anche qualitativamente (inteso come qualità di gioco e di prestazione).

Il livello si sta alzando velocemente e, con l’arrivo delle nuove generazioni, neanche i più forti se non si allenano potranno andare avanti. 

Se vuoi stare al passo devi allenarti, punto. Se pensi, oggi, di poterlo fare senza preparazione atletica allora non hai capito di quanto in fretta questo sport stia crescendo a livello nazionale e internazionale.

Quale sarà secondo te il momento di svolta Nel Padel italiano?

Il momento di svolta arriverà solo quando i circoli decideranno di investire sui giovani, sulle scuole e su una giusta organizzazione lavorativa (intesa come crescita qualitativa degli allievi che danno vita al circolo). Avere quindi il preparatore fisico, il fisioterapista sportivo, il nutrizionista sportivo e lo psicologo sportivo di riferimento ormai sono diventati una necessità e noi del Villa Pamphili l’abbiamo capito.

Inoltre attualmente abbiamo avviato tantissimi progetti per far avvicinare i giovani al fantastico mondo del padel e questo ci sta facendo crescere tantissimo come circolo. Spero solo che altri circoli prendano la stessa strada perché il padel in Italia può crescere solo in questo modo. La qualità del gioco cresce solo se le strutture lo permettono, e queste crescono solo se vi è una reale intenzione di crescere. Ma ripeto, i giovani devono essere al centro di questo sviluppo.

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