Milano attende le stelle del padel
Fino a qualche tempo fa, l’unico Lebron famoso nel mondo giocava a basket. Poi, però, è nata una stella anche nel padel che, a differenza di James, fa Lebron di cognome. E di nome Juan, spagnolo: a 27 anni ‘El Lobo’ gira il mondo disegnando magie con la “pala” in mano ed è diventato un idolo. Quando sui canali ufficiali del Milano Premier Padel P1 – la Wimbledon del padel: l’entry list è pazzesca, con tutti i migliori giocatori al mondo – è spuntata la faccia di Lebron, assieme a quella dello storico compagno Ale Galan, account social in tilt e commenti a raffica, anche perché le centinaia di migliaia di persone che in Italia giocano a padel vanno pazze per Lebron nato in Andalusia ma che a casa ci sta sempre meno, visto che il calendario mondiale del padel è fittissimo. Da bambino, Juan aveva provato anche con il calcio, ma ha ben presto capito (aveva otto anni) che la strada per diventare un grande giocatore era un’altra. “All’Allianz Cloud avremo i migliori giocatori di padel al mondo – dichiara Martina Riva assessore allo Sport, al Turismo e alle politiche giovanili – Non vediamo l’ora di assistere al grande spettacolo che offriranno al pubblico di Milano e internazionale. Milano Premier Padel P1 è un’importante occasione di sport: siamo felici che sia la nostra città a offrire una vetrina di livello a questa disciplina in ascesa in tutto il mondo. Non ho dubbi che il numero di praticanti di padel a Milano e in Italia crescerà ulteriormente, anche sotto la spinta che questa competizione riuscirà a imprimere all’intero movimento”.
Lebron e Galan – coppia numero uno al mondo – solo quest’anno, hanno vinto tre tappe del Premier Padel: oltre a quella di casa, a Madrid, anche l’accoppiata Roma-Roland Garros, un po’ come in passato era riuscito a un altro idolo spagnolo con la racchetta in mano, Rafa Nadal. E a proposito di luoghi iconici dello sport, Galan – sangue blanco – spera un giorno di poter giocare una partita di padel al Bernabeu, lo stadio del suo Real Madrid. Quello tra padel e calcio è un legame strettissimo, e non è un caso che molti ex giocatori abbiano deciso di vivere la loro “second life” nel padel, sport considerato altamente agonistico e in cui lo spirito del calciatore può trovare nuovi stimoli. A Fernando Belasteguin – il Roger Federer della racchetta corta – anni 43 ma solo sulla carta d’identità visto che gioca con l’entusiasmo e la freschezza di un ragazzino, è capitato di condividere il campo da padelcon Francesco Totti, uno a cui piaceva passare il tempo tra le quattro pareti già durante la sua carriera calcistica. Belasteguin, argentino e fresco campione del mondo a Dubai, arriva dalla terra di Maradona e, quando Diego alzò la coppa in Messico, era un ragazzino. “La partita contro l’Inghilterra nel 1986 ha segnato il popolo argentino per sempre – ha raccontato “Bela” -. Lui ha vinto una guerra giocando a calcio”. E Belasteguin, tifosissimo del Barcellona, è talmente legato all’Italia che un giorno vorrebbe aprire una sua accademia dalle nostre parti. La fede di Paquito Navarro, invece, è “betica”, e non solo per l’amicizia con l’ex Fiorentina Joaquin: lui, nato a Siviglia, ha scelto i colori biancoverdi del Betis a quelli biancorossi. A proposito di scelte, è di poche settimane fa quella di interrompere il percorso con Martin Di Nenno, che aveva portato i due a raggiungere la semifinale al Major di Roma. Navarro, all’anagrafe Francisco Navarro Compán ma conosciuto sul circuito come Paquito, ora gioca con l’argentino Juan Tello. Tra tanti cognomi latini, ce n’è uno che nasconde origini europee: quello di Franco Stupaczuk, per tutti “Stupa”, che ha ereditato le origini polacche del padre ma è cresciuto in Argentina, lì dove il padel è una religione. E da dove è partito, assieme ai suoi campioni, per conquistare anche l’Europa, fino ad arrivare a Milano, che dal 5 all’11 dicembre, per tutti i campioni che ospiterà, sembrerà Wimbledon anche se non si gioca sull’erba.
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