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Stupaczuk: Con Ruiz siamo ambiziosi e positivi. Una buona stagione? Arrivare in finale in tutti i tornei

Stupaczuk: Con Ruiz siamo ambiziosi e positivi. Una buona stagione? Arrivare in finale in tutti i tornei

Franco Stupaczuk, reduce da due finali nei primi due tornei dell’anno del World Padel Tour, in coppia con Alex Ruiz, ha parlato a Olè.

Questa la sua intervista.

Per i giornali l’inizio di stagione sembra una sorpresa.

Per molte persone forse i miei risultati non erano previsti. Ma non per me. Sapevamo di avere la capacità di giocare a questo livello. Stiamo lavorando sodo e siamo ambiziosi e positivi. Mi è sempre piaciuto Álex (Ruíz) ma fino ad ora non avevamo mai avuto la chance di giocare assieme. Questa volta i pezzi del puzzle si sono uniti e la stagione è iniziata alla grande. Abbiamo già battuto le prime tre coppie in classifica. È un ottimo inizio.

Pensi che da Vigo (prossimo torneo) cambierà il modo in cui vi valuteranno?

Dopo Madrid, quando abbiamo battuto il numero 1 (Galán-Lebrón), l’attenzione era su di noi ma in maniera positiva: non parlo di arroganza o cose del genere, ma battere Galán e Lebrón è difficile. Infatti l’anno scorso non li ho mai mai battuti anche se abbiamo giocato diverse partite e avevo un compagno come Sanyo (Gutiérrez). L’asticella quando li batti è alta ed è un bene che sia così.

In una recente intervista hai detto che ora ti senti libero..

Quel titolo è totalmente falso. Non ho mai detto certe cose. A volte i media vendono quello che vogliono vendere. Non ho mai detto che con Álex sono libero o che con Sanyo sono rimasto intrappolato, ma le persone sono molto influenzate. Sono sistemi di gioco diversi l’uno dall’altro. Oggi il padel si è evoluto. Il padel in cui ci sta a destra lavora per costruire il punto è superato. Ci si può difendere ed essere strutturati in profondità ma se non si osa e si fa un passo avanti è molto difficile.

Quindi come è andata con Sanyo

Non ti mentirò. Abbiamo avuto differenze di vedute sin dall’inizio. Quando ci siamo messi insieme, sapevamo entrambi che sarebbe stato difficile entrare in sintonia in campo.

Quando abbiamo avuto gli incontri a squadre, abbiamo parlato entrambi con l’allenatore di allora. A me ha detto “non giocare con Sanyo. Ha un gioco troppo differente”. Ed ha Sanyo ha detto “Non andare con Stupa ma con qualcun’altro”.

Ma alla fine vi siete uniti.

Perché non c’erano giocatori liberi con una classifica così buona e lui non voleva continuare con Maxi (Sánchez) perché la relazione era logora e sono amici. Quindi immagino che avrà pensato di separarsi come coppia di padel prima di perdere un’amicizia. Ci siamo messi insieme per questo. Non avevo avuto un buon anno con Mati (Díaz) e gli infortuni ci hanno escluso dai tornei, quindi ho detto: “È ora di cambiare, provare in un altro modo”. Ci siamo uniti più per tutto questo che per il gioco di entrambi, sapevamo che sarebbe stato difficile e ci è costato molto. Tuttavia, nota che entro la fine dell’anno siamo diventati la coppia n. 2, ma il livello era così alto che sembra che essere la coppia n. 2 sia un fallimento. Le nostre bestie nere sono state Lebrón e Galán. Per il resto abbiamo battuto tutti. Paquito-Lima, a Chingotto-Tello, Bela-Tapia più volte. Quindi, dopo tutto, abbiamo perso contro i numeri 1.

Quindi quale è stato il problema…

Sono un giocatore che va molto avanti mentre Sanyo spesso rimane indietro. Quindi non puoi giocare tutto il tempo in questo modo perché devi essere molto bravo. Quando le cose non hanno funzionato, Sanyo era senza fiducia e io ero senza fiducia, quindi abbiamo deciso di giocare meno aggressivi perché è più facile e ti dà più opzioni. Siamo diventati una coppia da punti lunghi, giocando più indietro che avanti.

Pensi che il padel continuerà a cambiare. Con giocatori potenti che cercheranno il punto sempre più a rete?

Penso di sì. Sembra che oggi vinci solo tirando forte ma non è così. Non la penso così. A Madrid era un campo veloce ed hanno vinto Bela e Sanyo. Ad Alicante invece il campo era molto lento, e li abbiamo battuti giocando un’altra finale. Credo che il buon giocatore di padel debba perfezionare tutto.

Ora sei il capitano della coppia. Ti provoca una pressione extra?

La vivo con naturalezza. Lavoro per questo, vivo per questo. Ho chiari gli obiettivi della mia vita sportiva in questo momento e ne approfitto perché non sai per quanto tempo sarai in grado di competere. Ho sempre avuto colleghi veterani (Matías Díaz, Marcelo Jardim, Cristian Gutiérrez e Sanyo Gutiérrez). Ed io dovevo essere alla loro altezza. Gli ho dato la fiducia di cui aveva bisogno e si è notato che non fa fatica anche se gioca molte palle. Oggi credo che tutti noi che siamo in cima alla classifica siamo in grado di giocare un buon padel.

Maggiore visibilità significa anche maggiore “odio” sulla rete.

Per quanto riguarda la pressione, l’ho sempre avuta, da quando eravamo ragazzini avevamo i riflettori con Di Nenno. La pressione è contrastata con ordine e professionalità. Ho perso molte cose per essere qui: uscite con gli amici, bowling, compleanni, feste …

Sono uscito di casa quando avevo 14 anni. Chaco è a un migliaio di chilometri da Buenos Aires e ho dovuto lasciare tutto. Oggi vivo in Spagna e sono anche solo perché la mia famiglia non è qui. È stata molto dura ma mi sono forgiato viaggiando e ho sofferto molto sin da piccolo che qualcuno che non ti conosce possa influenzarti con le opinioni. Anche i miei genitori hanno sofferto ma cercano di non farmi pesare nulla, hai visto come sono i genitori? Se avessi un figlio all’estero, mi costerebbe molto, soprattutto in caso di pandemia.

Il tuo umore cambia quando parli della tua famiglia. In effetti, dopo la semifinale vinta ad Alicante hai detto di invidiare Álex perché aveva la sua famiglia presente.

Dico sempre che il mio primo sponsor è mio padre. Quindi cerco di fare le cose bene grazie a loro e per loro. Alla fine, come dice il comandamento, bisogna onorare il padre e la madre. So quanto vale una sconfitta e sono quanto soffrono davanti ad un televisore. Mi hanno accompagnato nelle sconfitte e nelle vittorie, ecco perché ho detto quello che ho detto. È una sana invidia: dopo una vittoria non c’è niente di più bello di un abbraccio da parte di tua madre o tuo padre. Alex aveva la sua famiglia presente quel giorno ed erano tutti super felici.

Se dovessi firmare, quale sarebbe per te “una buona stagione”?

Per me una buona stagione è essere in finale ogni domenica in tutti i tornei. Fisicamente esausto e stanco di viaggiare, ma in finale. In molti non hanno scommesso su di noi o su Alex, che non conoscevano. L’obiettivo è sempre quello di essere nei match decisivi e poi si vedrà in classifica. Se arriviamo sempre in finale potremmo diventare i numeri 1.

Cosa ne pensi del trasmettere più partite del circuito, a partire magari dalla previa?

Sono d’accordo con le persone che chiedono più partite ma bisogna essere paziente. Siamo in contatto con World Padel Tour e sappiamo che stanno lavorando per questo.

Spero che qualche partita vada su Twitch magari usando persone con Ibai Llanos a cui piace il padel per avere più visualizzazioni. Sicuramente arriverà ma bisogna avere pazienza.

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