L’Italia in queste settimane è stata una nazione a livello sportivo piena di emozioni, di notti magiche, di immagini ioniche che rimarranno impresse sempre nei nostri ricordi.
Matteo Berrettini che con la sua battuta devastante scaglia una pallina sul centrale di Wimbledon ad oltre 230 kmh andando a vincere il primo set contro il più forte giocatore del mondo, Novak Djokovic.
Un record storico quello del tennista romano che è diventato il primo italiano a raggiungere la finale a Wimbledon in oltre un secolo e mezzo di storia tennistica.
Giorgio Chiellini che alza la coppa a Wembley con la nazionale italiana di calcio sul tetto dell’Europa.
La nostra nazione di padel che raggiunge un traguardo storico agli europei di Marbella del 2021/2022, secondi solo agli alieni spagnoli che hanno schierato nella loro squadra giocatori ai vertici del World Padel Tour, atleti di un carisma di un’esperienza e di un talento smisurato come Juan Martin Diaz e Paquito Navarro.
Il livello spagnolo è ancora lontano, ma il padel italiano sta correndo per far diminuire sempre di più questo gap e lo si vede giornalmente negli investimenti che stanno facendo circoli sportivi nostrani e nel livello dei nostri giocatori.
Due di loro che negli ultimi anni sono saliti al vertice delle classifiche italiane sono Lorenzo Di Giovanni e Riccardo Sinicropi.
Lorenzo di Giovanni, classe 1987, ex tennista, maestro di tennis e con esperienze di assoluto livello al fianco di giocatrici come Roberta Vinci e Francesca Schiavone.
Per lui gli Europei di Marbella sono stati la prima convocazione in nazionale. Al sua fianco, sul lato destro del campo, Riccardo Sinicropi.
Lorenzo, come hai vissuto questa prima esperienza agli europei, un secondo posto storico dietro solo agli spagnoli?
È stata un’esperienza fantastica piena di emozioni. Essendo la prima volta non sapevo cosa aspettarmi ma devo dire che è andato tutto al di sopra delle aspettative.
Com’è stato confrontarsi con giocatori ai vertici del World Padel Tour e soprattutto con due leggende del padel come Juan martin Diaz e Paquito Navarro?
Juan Martin e Paquito sono due leggende del padel e aver avuto la fortuna di giocarci contro è una cosa che mi porterò dietro a lungo. Mi hanno letteralmente impressionato soprattutto nella qualità dei lob e nella tranquillità della fase difensiva. Bravi loro.
Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi in Italia ma anche a livello europeo e mondiale?
Il calendario ora prevede un po’ di alternanza tra tornei FIP e slSlamm fino ai campionati italiani di fine agosto. Poi ci sarà la tappa di Cagliari del World Padel Tour con la speranza di confrontarmi sempre di più con i giocatori spagnoli e argentini dai quali dobbiamo imparare tanto.
Come ti prepari mentalmente e fisicamente prima di un match?
Prima di un match cerco innanzitutto di alimentari bene, faccio un bel riscaldamento fisico e mi preparo con il mio compagno sulla tattica da utilizzare nel match.
Come dicevamo prima, al suo fianco, Riccardo Sinicropi, classe 1990, ex top 450 al mondo di tennis.
Sinicropi si è avvicinato in punta di piedi a questo sport ma con Lorenzo Di Giovanni ha subito trovato un grande felling tanto da essere una delle coppie più forti, se non la più forte, in Italia.
Com’è stato rappresentare la tua nazione agli europei di padel?
Penso che per uno sportivo rappresentare la nazionale è uno degli obiettivi più importanti da raggiungere. Poi dopo il nostro percorso aver giocato contro la Spagna in finale penso sia stato un bel regalo.
Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi nel padel anche a livello di World Padel Tour?
Continuare a giocare in Italia con il mio compagno Lorenzo Di Giovanni. Faremo i tornei slam e i campionati italiani. Giocheremo qualche torneo FIT e poi speriamo di debuttare anche nel World Padel Tour.
Quanta preparazione atletica e tecnica svolgi durante la settimana. Hai inoltre qualche routine pre-match?
Faccio 3/4 sedute di allenamento padel e 2 sedute di atletica
Come routine pre-gara mi piace ascoltare musica.
Com’è stato confrontarsi con i giocatori ai vertici del World Padel Tour?
È stata una bella esperienza. Non siamo ancora pronti per quel livello ma è stato un onore e una grandissima emozione giocare contro leggende di questo sport.
Intervista di Samuele Arcese