Sempre alla ricerca di nuovi sport per potenziare il programma Olimpiadi, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) potrebbe essere tentato dal padel a breve.
Far parte dei Giochi Olimpici, un evento imperdibile per ogni sportivo, ha tanti vantaggi a che a livello economico.
Sentiero tortuoso
Nel 2024, a Parigi, faranno il loro esordio quattro nuove discipline: arrampica, breakdance, skateboard e surf. Sport scelti per catturare anche l’attenzione di un pubblico giovane, amante degli sport estremi.
Per entrare nel “circolo” degli sport olimpici ci vogliono anni e potrebbe essere per una sola apparizione. Il karate ad esempio inizierà e terminerà la sua presenza olimpica a Tokyo.
In un articolo pubblicato su LinkedIn, l’allenatore Martin Echegaray ha parlato della possibilità di vedere il padel alle Olimpiadi. Il vantaggio è che uno sport che può essere giocato, come il tennis, sia all’aperto che al chiuso. Ed ha anche caratteristiche che si sposano con gli organizzatori delle Olimpiadi: televisivo, ritmico e spettacolare.
Non prima del 2028
Luigi Carraro, il presidente della Federazione Internazionale di Padel, lo ha menzionato nel suo programma elettorale e aveva previsto una scadenza come obiettivo: le Olimpiadi del 2024. Che si tratti di disciplina dimostrativa o addirittura ufficiale, sarà necessario attendere però almeno altri 4 anni.
“I vantaggi di essere un olimpionico sono molteplici”, spiega Echegaray. “Le medaglie olimpiche sembrano avere un potere magico che abbaglia tutti. Le sovvenzioni sportive in Spagna sono incomparabili tra sport olimpici e non olimpici. Ed è lo stesso in molti altri paesi e regioni. I primi sponsor automatici sarebbero le pubbliche amministrazioni. E gli investitori privati non sarebbero lasciati fuori. In condizioni normali, questo dovrebbe essere il risultato di un lavoro ampio, coordinato e ben svolto per molti anni. È davvero così?”.
L’appartenenza al circolo ristretto degli sport olimpici è una maratona, una corsa a lungo termine.
Echegaray prende l’esempio di Eric Moussambani, un nuotatore guineano-ecuadoriano il cui coraggioso ma patetico 100m stile libero alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 aveva girato il mondo.
“Quello che la gente sa di meno è che questo nuotatore apparentemente fallito ha combattuto e migliorato al punto da diventare un allenatore nazionale di nuoto nel suo paese e un punto di riferimento per i giovani. Tempo e fatica”.
Mentre il padel apparirà, nella migliore delle ipotesi, nel programma olimpico solo nel 2028, la sua crescita è incoraggiante. Tanto da essere definito “fastest growing sports in the world” (“lo sport che cresce più rapidamente in tutto il mondo”). Tutti aspetti importanti che potrebbero attirare l’attenzione dei decisori interessati ad associare la competizione sportiva al business.
Articolo tratto da Padelmagazine.fr.